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GIOVENTÙ BRUCIATA Stupro di gruppo, nessun pentimento

E IMPAZZA LA CORSA AL VIDEO DELLA VIOLENZA

Da Palermo arriva la notizia che si è consumata l’ennesima violenza. Una ragazza di 19 anni è stata stuprata da un branco di 7 ragazzi dai 18 ai 22 anni. Emergono particolari agghiaccianti. La

vittima ha confessato tra le lacrime: “Gridavo basta, ma loro ridevano e continuavano…”. Uno dei violentatori si dice pentito e di essersi rovinato la vita. Ma c’è anche chi non si pente. Anzi. Il più giovane del branco, maggiorenne da qualche settimana, dopo essere stato trasferito in comunità, è ancora attivo e provoca sui social: “C’è qualche ragazza che vuole uscire con noi?”. “La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima”. Il tutto corredato con una emoticon sorridente e un braccio forzuto. Peraltro sembra che quella maledetta notte di luglio il branco avesse minacciato la ragazza: se li avesse denunciati gliel’avrebbero fatta pagare. E dopo la denuncia ancora minacce. Una storia infinita fatta di omertà e protezione da parte delle famiglie del branco, di rabbia da parte di quella della vittima, e di riprovazione e desiderio di giustizia da parte di quanti vengono a conoscenza dei dettagli. Una regista palermitana ha anche invocato l’evirazione, con asportazione del “pungiglione velenoso”. Siamo allo sbando totale. A proposito: la morbosità con cui si cerca in rete il video che testimoni lo stupro, ha dell’indicativo della mancanza di valori in cui è sprofondata la nostra società. “Scambio di tutto per il video” è solo uno degli appelli diramati sulle piattaforme social. Urgono provvedimenti e normative stringenti sulla disciplina di queste arene virtuali, forse pericolose quanto un branco di idioti.

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