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L’Italia ha rischiato 600-800 mila morti

Nessun ritardo nelle applicazioni delle misure anti Covid da parte del Governo. È Andrea Urbani, dg del ministero della Salute a parlare: “Non c’è stato alcun vuoto decisionale; la linea è stata di non spaventare i cittadini e lavorare per contenere il contagio”.
La peggiore delle previsioni annunciava la morte di 600-800 mila italiani a causa del Coronavirus, e la chiusura graduale dei battenti del Paese e il distanziamento sociale ha impedito che si avverasse. È così che i tecnici del ministero della Salute rispondono alle accuse di ritardi nella gestione dell’emergenza: «Non c’è stato nessun vuoto decisionale – afferma Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria -. Già dal 20 gennaio avevamo studiato un piano e lo abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio». Ma la Lombardia e il Piemonte sono sfuggite al piano di contenimento del contagio, almeno sino ad ora: «Si può sempre fare meglio – risponde – ma siamo stati investiti da uno tsunami, che ha colpito l’Italia come primo Paese in Europa». E ammette: «Con il senno di poi, forse sarebbe stato meglio un lockdown immediato. Ma all’epoca erano contagiati solo i due cittadini cinesi e si è deciso di fare scelte congrue al momento. Attenzione, però. Come ha certificato l’Imperial College, se il governo non avesse adottato le zone rosse e le altre misure di contenimento l’Italia avrebbe avuto tra i 600 mila e gli 800 mila morti».

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