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Il Coronavirus provocherà la perdita di 25 milioni di posti di lavoro

Oltre al danno la beffa. La pandemia rischia di avere strascichi importanti e duraturi anche dopo la risoluzione del problema contagio. Da uno studio realizzato dall’Organizzazione del Lavoro (che rappresenta 187 Paesi con relativi governi, sindacati e organizzazioni degli industriali) pare che la pandemia rischi di provocare la perdita di 25 milioni di posti di lavoro. Questo sicuramente aggraverà un settore dove appena una anno fa si registravano 188 milioni di disoccupati in tutto il mondo. Praticamente si andrà ad accusare un numero superiore a quello provocato dalla crisi economica del 2008, che portò ad un aumento della disoccupazione mondiale di 22 milioni di unità. Nel merito interviene anche Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: “I comparti più colpiti saranno il turismo, i trasporti ma anche l’industria dell’automobile”. E conferma: “Sarà un crash-test di proporzioni inquietanti, ben peggiore di quello del 2008”. Presumibilmente le economie occidentali subiranno il maggiore impatto, con una perdita di guadagni che pare arriverà ai 3100 miliardi di euro entro la fine del 2020. Questo spingerà la popolazione a diminuire i consumi e i servizi, con conseguenze a pioggia sulle imprese e sulle economie nazionali. La Statistica previsionale presenta un quadro drammatico: tra 8 e 35 milioni di persone potrebbero rientrare nella categoria dei “lavoratori poveri”, ossia che guadagnano meno di 2,90 euro al giorno. Come accadde nel 2008 sarà fondamentale proteggere il salario dei dipendenti cercando al contempo di salvare i posti di lavoro.

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