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SANTONOCITO VA IN SICILIA, “ABBANDONATO” L’OSPEDALE DI TIVOLI 

“Abbandonato a se stesso”. Lapidari alcuni commenti da parte dei cittadini della Valle dell’Aniene, in merito alle condizioni in cui versa l’Ospedale San Giovanni di Tivoli dopo l’incendio e l’evacuazione dello scorso 8 dicembre 2023. Nonostante numerose dichiarazioni lo volessero parzialmente riaperto nelle ultima settimane, il nosocomio Tiburtino continua ad essere oggetto di riordino sommario, con pulizie dei vani eseguite con materiali e agenti non adeguati. “Stanno ripulendo ambienti che dovrebbero essere sterilizzati con il mocio”, affermano alcuni pazienti presenti nel presidio temporaneo allestito vicino la struttura. La situazione ha attirato anche l’attenzione della politica nazionale, che chiede spiegazioni: “Ricordiamo che il direttore generale della Asl Roma 5, diventata tristemente nota alle cronache per il rogo all’Ospedale dove sono morti 3 pazienti, da oltre 4 anni era il dottor Santonocito” – afferma il senatore ANDREA Crisanti. E stando al report del Programma nazionale esiti (PNE) del 2023 dell’AGENAS, ha il “merito” di aver piazzato il San Giovanni fra gli otto ‘peggiori’ ospedali nazionali. E a proposito del rogo, stando a quanto raccontato da dipendenti e medici che hanno lavorato con lui e che a piu’ riprese ne hanno denunciato l’operato, il dirigente non ha ascoltato chi, meglio informato e preparato di lui, lo avvertiva rispetto ai pericoli di non rimuovere i rifiuti ammassati sotto le finestre dell’ospedale; proprio quelli dai quali sarebbe partito l’incendio. Provvedimento piu’ volte richiesto con urgenza dall’allora direttore sanitario dell’ospedale in questione, al quale Santonocito non ha ritenuto di dare seguito. Ora si apprende che la Regione Sicilia ha apprezzato le res gestae di Santonocito al punto di consegnargli la nomina di Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico ‘G. Martino’ di Messina. E’ vergognoso”, conclude con amarezza l’esponente del PD, che si interroga anche sull’opportunità di riconoscere delle responsabilità sulle cause di una tragedia che ha visto tre persone perdere la vita.

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