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Mattanza di delfini, mare rosso sangue. Nelle Isole Faroe la vergogna dell’uomo

Una assurda tradizione, che ha portato alla mattanza di oltre 1.500 delfini alle isole Faroe in occasione della Grindadrap, una “pratica barbarica”, è ormai anacronistica, oltre che disumana. Quella che un tempo era la caccia tradizionale, con delle giustificazioni legate alla sopravvivenza di un popolo, oggi non ha più senso. È una tradizione, quella dei nativi delle Faroe, che non rispetta il rapporto dell’uomo con la natura e con gli animali. Interrogati sullo scenario è le immagini che si stanno aprendo agli occhi di tutto il mondo, con i corpi senza vita degli animali, abbandonati sulla spiaggia tra rivoli di sangue, lambiti dall’acqua rossa sulla battigia, hanno risposto con una giustificazione di circostanza: “Voi “civili” pensate di comportarvi molto meglio nei vostri mattatoi?”. Pur non avendo tutti i torti, non è questo un buon motivo per massacrare tanti delfini e globicefali, creature eleganti e innocue dei nostri mari. Appellarsi alle tradizioni, oggi, nel 2021, non è più considerabile una argomentazione inattaccabile. Sono cambiati i tempi, se non si tratta di una fonte indispensabile per la sopravvivenza, una simile barbarie è equiparabile solo a crudeltà gratuita e nient’altro. E non occorre essere animalisti per esprimere il proprio sdegno. 170921

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