Che il fumo facesse male lo si sapeva da tempo. Ma adesso, in piena emergenza coronavirus nel panorama mondiale (non in Italia dove per fortuna la fase 1 sembra alle spalle) gli epidemiologi chiedono a gran voce una severa stretta contro il fumo. Questo anzitutto perché chi è dipendente dal tabacco rischia di subire ai polmoni danni importanti derivanti dall’infezione. Il monito viene lanciato dalla società spagnola di epidemiologia: è stato chiesto al governo di Pedro Sanchez e agli enti locali di inasprire le leggi anti-fumo, vietando le sigarette anche nei luoghi pubblici all’aperto; nello specifico parliamo di terrazze, spiagge e ristoranti, dove invece adesso è permesso. Ma non è tutto. Attraverso il fumo aumenta anche il rischio di contagio, come sostengono gli epidemiologi spagnoli: «C’è un vero rischio di infezione: al momento di soffiare il fumo dalla bocca, vengono emesse particelle d’acqua che possono contenere il Sars-CoV-2. Se questo viene fatto da un positivo asintomatico, gli effetti sono difficilmente prevedibili». E ancora: «In un momento duro come questo, è necessario inasprire le norme attuali, nel rispetto della salute di tutti ma soprattutto dei non fumatori. Sono ancora troppi i locali che non si adeguano alle disposizioni anti-fumo e di fronte all’aumento dei contagi è una situazione non sostenibile». Naturalmente in Spagna la situazione è più seria rispetto alla penisola italiana, ma non è escluso che tali norme stringenti possano essere richieste anche da noi entro il prossimo autunno.
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