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Coronavirus, il Lazio “regge” rispetto al nord Italia

I numeri farebbero pensare ad un trend negativo che non trova ancora soluzione immediata in un apice del contagio da Coronavirus. Ma se rapportato al dato nazionale, quello della regione Lazio invita ad un cauto ottimismo. Infatti si passa da una percentuale allarmante e dolorosa di oltre il 10% di decessi rispetto al numero di contagi su scala nazionale ad un 5% relativo alla statistica regionale. Singolare, invece, la panoramica sui casi costretti alla terapia intensiva, che nel Lazio rappresentano il 5%, mentre nel dato nazionale sono leggermente al di sotto, approssimativamente intorno al 4%. Ma c’è una giustificazione plausibile anche a questi numeri: molti pazienti affetti da Covid-19 bisognosi della terapia intensiva sono stati trasferiti dalla Lombardia, dal Piemonte e dal Veneto nelle strutture laziali, essendo quelle del nord ormai sature a causa dell’alto numero di ricoveri registrato nelle ultime settimane.
In definitiva: in questa situazione di emergenza sanitaria nazionale, il centro sud Italia sta facendo da supporto medico logistico ed operativo ad un nord colpito in maniera più prepotente dal contagio da Coronavirus. I numeri dimostrano come ciò sia evidenziato sia statisticamente che su base di ricovero, e strutturando un piano di recupero dei pazienti, si immaginano dati molto lontani tra loro anche per l’apice dello stesso contagio. Nel nord dovrebbe essere più che doppio rispetto a quello del centro sud, ferme restando le misure restrittive messe in atto dal Governo. Forse tardive, ma comunque efficaci; come ha ribadito la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che plaude al nostro rigore elevandolo ad esempio per il resto del mondo (che forse stenta ancora a prendere reale coscienza del momento difficile che si sta vivendo).

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