Sta facendo discutere la mancanza di senso civico da parte di molti italiani, che contravvengono continuamente alle disposizioni ministeriali sulla quarantena. “Troppe persone in giro”, affermano i medici cinesi arrivati per aiutare il nostro Paese. E l’evidenza dei fatti pare confermarlo. Basta dare una occhiata alle strade di Roma a qualsiasi ora del giorno. Ma da una delle zone più rosse e stressate del nord, Bergamo, arriva la testimonianza che dovrebbe far riflettere tutti: una mamma medico che non abbraccia il figlio da due settimane a causa del pericolo di contagio. Ma non smette di lottare: “Una delle cose più difficili da gestire è che noi mamme medico non possiamo più abbracciare i nostri figli. Molte di noi cominciano a cedere, adesso serve lo psicologo”. A parlare è un dirigente medico dell’Ospedale di Cremona. “Da più di due settimane non abbraccio mio figlio, da quando io e altre mamme medico o infermiere dell’ospedale abbiamo dovuto prendere precauzioni anche a casa. Al mio bimbo di sette anni ho provato a spiegare perché, dicendogli la verità. Quando rientro mangio sola, mantengo le distanze da mio marito, dormo separata, faccio attenzione”. I turni a cui si sottopone tutto il personale sanitario sono commoventi, ma anche tanto logoranti: “È successo di finire alle tre e mezza di notte, rientrare a dormire, e tornare in ospedale alle otto. Il bacio a tuo figlio lo mandi col pensiero, c’è un neurochirurgo che non vede i figli da tre settimane”. Una situazione assurda che sta devastando la morale ma non lo spirito dei camici bianchi. Alcuni piangono per sfogarsi: “Sì è vero – afferma la dottoressa – Ma nessuno si fa vedere. Si piange soli, di nascosto, quando non ce la fai più, magari in una stanza. Ma è un momento e poi si riparte con l’adrenalina, la rabbia, le lacrime”.
