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Reddito di cittadinanza: chi non lavora perde il sussidio

Fase 2 del reddito di cittadinanza: il decreto obbliga chi lo percepisce a fare lavori di utilità per il proprio comune di residenza, pena la perdita del sussidio. Così cambia tutto. Fino ad ora non c’erano obblighi da parte di chi beneficiava del sussidio, se non quello etico e morale di rendersi utili alla propria comunità. Ma pochi si erano già resi disponibili di propria spontanea volontà. Da ora però, la volontarietà lascia spazio all’obbligo per tutti i percettori del reddito di cittadinanza. A spiegarlo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “E’ partita la fase 2 del Reddito di cittadinanza e da adesso è in vigore il decreto che permette ai Comuni di impiegare chi riceve il Reddito di cittadinanza per i cosiddetti lavori di pubblica utilità. – I beneficiari dovranno rendersi disponibili per 8 ore alla settimana e dare una mano al Comune dove risiedono. Potranno ad esempio fare piccola manutenzione, pulire giardini, togliere graffiti dagli edifici pubblici, aiutare anziani nelle mansioni quotidiane. – Sappiamo anche che molte persone che ricevono il Reddito si erano già messe al lavoro, prima dell’entrata in vigore del decreto, magari ripulendo la spiaggia, o le strade antistanti le scuole. Sono storie belle…– Queste attività sono obbligatorie per chi riceve il Reddito di cittadinanza, pena il rischio di perderlo, e sono un’ulteriore risposta a chi teme che qualcuno volesse pagare le persone per non fare niente”.

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