
È accaduto quello che si temeva: la sorveglianza dell’esercito dallo scorso lunedì 6 aprile al Palazzo Salaam, prima zona rossa della capitale, non ha evitato che i contagi da Coronavirus si propagassero velocemente tra gli occupanti. Si parla di 500-600 anime per l’occupazione più grande di Roma. Qui le condizioni sono molto difficili e il sovraffollamento non aiuta la quarantena. Ad oggi sono sedici le persone risultate positive. Il rischio di un nuovo cluster e’ estremamente concreto, come ad esempio quello delle case di riposo, tanto che il Salaam è ormai sorvegliato speciale nella Capitale. “Ieri la ASL ha iniziato a fare i tamponi, a partire dagli abitanti dei piani dello stabile interessati dai due casi di contagio e oggi dovrebbero continuare le analisi a tappeto su tutti gli occupanti – spiegano in un comunicato congiunto le varie associazioni di volontariato e sigle sindacali presenti – Sono state distribuite le prime mascherine e si attende ancora vengano date a tutti. Le persone non possono entrare né uscire dalla struttura. Secondo notizie di stampa, l’esercito dovrebbe lasciare il palazzo dopo l’effettuazione dei tamponi a tutti”. La preoccupazione dei volontari aumenta di ora in ora, perché la situazione non sembra in via di risoluzione. Anzi. Le condizioni di sovraffollamento della struttura, come detto, rischiano di farla aggravare e portare a numeri importanti, per certi aspetti difficilmente gestibili. Ora si attendono decisioni immediate dalle istituzioni sui provvedimenti da adottare per garantire a queste famiglie in emergenza abitativa una soluzione che tuteli la loro salute e quella dei residenti romani vicini.