
Un recente studio statistico prodotto dal Movimento Docenti Romani, afferma che i docenti effettivamente lavorano dalle 7 alle 8 settimane in meno degli altri dipendenti pubblici, ma in quelle settimane lavorano almeno il 120% delle ore rispetto agli altri dipendenti pubblici e, alla fine dell’anno, le ore lavorate in totale sono almeno uguali, se non un 10% in più per i docenti. Dal grafico, che raggruppa gli impegni dei docenti in 6 principali “attività”, emerge la singolare situazione per cui la didattica (lezione e loro preparazione, materiali, correzione compiti, ecc.) impegna un buon 60% del tempo-lavoro del docente ma per il restante 40% il docente non insegna! Anche considerando importanti i momenti degli esami ed i viaggi di istruzione, resta evidente che quasi un 25% di tale tempo (ossia un’ora ogni quattro) non è dedicato alla didattica e destinato ad attività dove non vi è rapporto alcuno fra docente e alunni. Insomma, un docente di scuola secondaria superiore svolge diverse attività che prevedono, ciascuna, un impegno di ore medio; si considera comunque uno scarto percentuale finale di un ±10%, in modo da avere una ampia “fascia di tolleranza”.Il prospetto complessivo delle attività dei docenti e del numero delle ore stimato per ciascuna di esse è presentato nella tabella 1 (art. 29 del CCNL 2006/09, integrato nel CCNL del febbraio 2018). Sommando tutte le ore ed i minuti indicati nelle varie voci, si arriva ad un monte ore annue totale pari a poco più di 1800 (con un’incertezza, enorme, del 10%, il range di riferimento può essere considerato fra le 1630 e le 2000).Rapportando le 1800 ore alle 34 settimane in classe durante l’anno scolastico, arriviamo ad un monte ore di lavoro settimanale pari a ben 52 ore e 45 minuti. Le 34 ore di lavoro si riferiscono soltanto allo svolgimento delle lezioni. L’anno di un docente parte il 1° settembre e termina il 31 agosto ed in questo lasso di tempo gli impegni sono diversi (lezioni, collegi, esami integrativi, scrutini, esami di stato, corsi di recupero…) con impegni più o meno continuativi dal 1° settembre a circa il 30 luglio. Facendo un totale delle giornate lavorate al di fuori del periodo delle lezioni si arriva approssimativamente a 28 giorni, per un totale di circa 38 settimane lavorative effettive annue. Un dipendente pubblico medio (non del comparto scuola) lavora da contratto 36 ore settimanali e ha diritto a 32 giorni di riposo fra ferie e festività soppresse: un totale di 45/46 settimane l’anno, ossia 7 in più di un docente tipo. A tal numero di settimane, a 36 ore a settimana, corrisponde un monte totale di 1638 ore. La differenza di ore lavorate (circa 150 in più per i docenti) è importante: considerato il caso peggiore, si giunge a verificare che il numero di ore lavorate annualmente da docenti e da altri dipendenti pubblici è almeno uguale; più probabilmente si può affermare che un docente lavora in media circa un 10% in più.




