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Immondizia nelle strade: è reato! Avvocato diffida formalmente sindaca Raggi e comune di Roma

E’ reato. Ora è conclamato. Odori nauseabondi, marciapiedi intasati fin quasi alla impraticabilità e topi e gabbiani presenti in maniera numerosa: i cittadini di alcuni municipi di Roma stanno vivendo un incubo. Così l’avvocato Alessandro Gargia ha deciso di prendere il toro per le corna e, armato di macchinetta fotografica, ha immortalato lo scempio del suo quartiere. Non solo: ha individuato una serie di reati che l’amministrazione pubblica sta commettendo ai danni dei suoi cittadini e le possibili sanzioni penali. Diffida quindi la sindaca Raggi, l’assessore e il dirigente competenti, riservandosi di raccogliere le firme nel quartiere (e sarebbero molte) per una denuncia penale alle autorità competenti. Interruzione di pubblico servizio e violenza privata, questi i reati contestati; in ultima ratio si procederà seguendo i dettami normativi, chiedendo la riduzione della Tari dal 60% fino alla sospensione totale del pagamento. Una situazione esacerbata dalla mancanza di controllo da parte di una amministrazione che, a detta dei cittadini del quartiere romano del IV Municipio, trascura troppi territori con l’assoluta assenza di controllo e monitoraggio.

“La presente per segnalare la gravissima emergenza igienico/sanitaria che si è venuta a creare nel Ns quartiere (IV Municipio), a causa della mancata raccolta dei rifiuti urbani che si protrae da oltre 15 gg.

Si evidenzia che la mancata raccolta dei rifiuti, dolosamente perpetrata per giorni e giorni, configura il reato di interruzione di pubblico servizio (art. 340 codice penale) e di violenza privata (art. 610 codice penale); il sindaco e l’amministrazione comunale (assessore competente, dirigente responsabile del servizio) sono responsabili dell’omesso controllo sulla gestione del servizio. …le strade sono ridotte a discarica maleodorante a cielo aperto, con topi e gabbiani che si cibano dei rifiuti anche in pieno giorno, il tutto aggravato dalle elevate temperature di questi giorni. La presente vale come formale diffida a ripristinare immediatamente il servizio di raccolta dei rifiuti, in difetto si procederà con raccolta di firme degli abitanti del quartiere e denuncia penale alle autorità competenti. Infine si procederà con la richiesta di riduzione (fino al 60%) e/o sospensione della Tassa di smaltimento dei rifiuti urbani (TARI) ai sensi dell’articolo 59, co. 4 e 6, d.lgs. n. 507 del 15.11.1993, che appunto prevede che in caso di carente o assente prestazione del servizio, la TARI potrebbe essere ridotta del 60% ovvero il relativo pagamento potrebbe essere addirittura sospeso”. Impugnando questa missiva, se ogni quartiere di Roma decidesse di diffidare l’amministrazione, si potrebbe ipotizzare una rivolta popolare che sfocia nei tribunali? 260621

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